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“dammelaaaaa” e così il suo compagno la tira a bagasce. I Fluo ci mettono tanto cuore con il giocatore più tecnico della loro squadra, levando il Miche, è il Gatto ed è tutto detto. Così sono pallonate nei reni a nastro, con gente che non sa passare un pallone, che appena gli arriva, prende la rincorsa come fa Peppone nel film di don Camillo quando deve tirare il rigore nella partita tra comunisti e chiesa di Brescello, e tira delle cannonate come non ci fosse un domani. Per dieci minuti buoni si resta sullo 0-0. Ed è principalmente merito, adesso si monterà la testa, di Pietro che riesce sempre ad arrivarci con tuffi spettacolari o parate di piede. In particolare ne prende almeno cinque a Attila che sembravano gol fatti. Così ci prova Dan, che ha il tiro più forte del gruppo, a scardinare porta e 0-0. Ma pur vedendola solo all’ultimo, Pietro gli para anche quella. Così, dopo tanti tentativi, solo lo Zar con i suoi tiri “maffi” che con la gamba ad uncino non riesci a capire dove tira, riesce a piegare la resistenza di Pietro e a fare gol e portare il risultato sul 1-0. Ma a Dan non è andata giù la parata che gli ha fatto poco prima Pietro così, quando vede un pallone vagante sulla linea laterale, arriva come un toro e tira una sifonata che sibila a pochi cm. dalla faccia del Ferra, che se l’avesse preso si aggirerebbe ancora adesso per il campo non sapendo chi è. Peccato solo che, invece Baresi sapeva “chi è” Dan e così, prima della partita, gli aveva detto “vacci piano che non hai più giocato da quando ti sei fatto male” ma il “ladro di rame” se ne fotte, e per tirare ancora più forte, appoggia male la gamba e si frantuma di nuovo il ginocchio, polverizzandosi quel poco che gli rimane dei legamenti crociati. Così deve andare in porta e Santoro prende il suo posto avanti. Dopo che aveva detto “se devo giocare avanti perché qualcuno si fa male (portando anche un po’ “pecora”), mi fa male la gamba e sto dietro”, la prima cosa che fa Franco è partire come un dannato inseguito da Satana sulla moto di Ghost Rider e andare a prendere un pallone in area e servire un assist perfetto allo Zar che fa 2-0. La sfida della settimana per le trofie è tra il Gatto e Tarzan e se l’aggiudicherà chi farà più gol. Nel caso di parità, ad esempio se nessuno dei due dovesse segnare nemmeno un gol, la sfida sarà vinta da Tarzan, che ha fatto meno gol totali rispetto al Gatto. Così, all’interno della partita ci sono anche tanti obiettivi personali: il Gatto, appunto, deve fare almeno un gol, il Miche vuol segnare per scriverselo nel suo quadernetto, il Ferra, Santoro e lo stesso Tarzan che sono alla ricerca del loro primo gol stagionale. Lo Zar cerca di far gol per mantenere la testa della classifica cannonieri, Pietro cerca di vincere due partite consecutive, che non ci riesce dalla stagione scorsa, Attila cerca a tutti i modi di fermare il Gatto e JBL ha l’obiettivo di rompere i coglioni a tutti, non stando zitto un minuto criticando ogni cosa che fanno i compagni e buttarli giù di morale, e l’obiettivo lo centra in pieno. Ma mentre in altre occasioni sarebbe stato oggetto di tensioni e rancori, stasera non si sa come mai, non viene più di tanto ricoperto di insulti e mandato ripetutamente affanculo, forse perché, prima della partita, si è presentato al campo con un cappello che dire meraviglioso è poco, perché è un cappello con il muso di una renna, con tanto di corna sulla testa e di fianco, zampe lunghissime che sembrano due trecce, tutto di pelo muschiato che, al confronto, la giacca di nappa e l’accappatoio del Miche impallidiscono. In questo modo JBL si è issato alla posizione di “idolo incontrastato della serata” e quindi, soprattutto Attila che ha la capacità purtroppo concessa a pochi di ”assaporare“ e apprezzare questi gesti che nobilitano l’uomo, non poteva insultare JBL; anzi addirittura lo difendeva dalle ingiustificate e arroganti invettive dello Zar. Ma alla fine, prettamente a livello calcistico, i Viola giocando uno in meno, anche se con un meraviglioso cappello da renna, si è fatto sentire. Così prima il Gatto ha riaperto la partita segnando il gol che gli faceva vincere le troffie poi, dopo che Tarzan per riagguantarle è andato in avanti, sfiorando due volte il gol, è stato il Miche con il gol della serata a raggiungere il pari. Palla alta verso il Miche che è marcato dallo Zar, il Padrino quando gli arriva la palla, la tocca di esterno e ,con un sombrero, la fa passare sopra la testa dello Zar, si libera della marcatura del “Russo” con un movimento alla Kobe Bryant aggirandolo come un bambino dell’asilo, e anche se c’è il Ferra, suo compagno di squadra pronto a tirare, il Miche si avventa di prepotenza su quello che considera il SUO pallone e tira una cannonata di collo pieno. Gol 2-2 e Miche che esulta come un pazzo, poi, quando poco dopo il Gatto prende una pallonata nei coglioni completando così dopo gli infortuni di JBL e di Dan, il “Massacro del giorno di San Valentino” e rimane a terra per alzarsi come “Gatta” e cantare “Mi son cascate di nuovo” di Achille Lauro, il Miche dice a Attila “l’esultanza così di rabbia, era perché mi son saltato lo Zar che mi marca sempre per non farmi fare gol e quando sono in squadra con lui, non mi passa la palla per lo stesso motivo” e Attila gli risponde “ma non serve che ti giustifichi, Miche: la figura dell’imbecille l’hai fatta comunque” e lo Zar “e in più io ho fatto due gol e quindi, anche se mi hai saltato, ti guadagno lo stesso un gol”. La partita, con la gente che comincia ad essere stanca, degenera dal punto di vista tecnico e si vedono cose che sono delle offese al calcio e sfregi alla perfezione sferica del pallone che in confronto l’errore dello Zar a porta vuota, della settimana scorsa, è un gesto tecnico. Si vedono delle brutture tecniche che il Ferra prova a giustificare dicendo “la nostra squadra è tutto cuore” invece no, il fatto è che tra tutti si hanno i piedi quadrati e così, sul campo scende una coltre di ghiaccio misto a tristezza e mestizia calcistica, che Baresi in confronto a chi gioca è, calcisticamente, Raffaello in quanto a tecnica di gioco, vorrebbe quasi andarsene a casa. Ma prova quasi pena per quei dieci stronzi che con affanno e con tanta voglia di fare stanno facendo delle cagate inenarrabili in campo, e quindi, mosso a compassione, non solo non se ne va ,ma qualche volta gli dice anche “bravo”. ma il “ladro di rame” sa che Baresi lo sta dicendo in senso ironico e, così facendo finta di “portar palla” fino a centrocampo, la passa poi a Santoro e, prima di tornare in porta, da’ una testata in faccia a Baresi e lo sdraia lungo E’ talmente tanta la pochezza calcistica che, anche il custode viene prima del solito a dire “ultima azione” ma per i giocatori in campo è un peccato, perché comunque si sono divertiti, perché è stata una partita equilibrata, nonostante chi non capisce di calcio sostenesse il contrario, e alla fine si è giocato senza polemiche e, incredibilmente, senza neanche fare, o almeno chiamare un fallo. Perché in effetti, a un certo punto, mentre JBL stava per battere una rimessa laterale, Attila ha sentito gridare, si è girato e ha visto lo Zar, a “pelle di leone” al centro dell’area con Tarzan vicino, che si stava mettendo nei calzini un tirapugni zincato con dei pezzi di vetro incollati sopra l’impugnatura. Qualcuno chiamava il rigore, ma essendo che era gioco fermo non ci poteva essere rigore, al massimo si poteva radiare Tarzan da ogni manifestazione sportiva sull’intero pianeta “terracqueo” ma ha detto di non avergli fatto niente e quindi si deve credere a un ex giocatore di football, che nella sua carriera  ventennale ha fatto della correttezza e del fairplay il suo segno caratteristico, o a un banchiere arrogante e irrispettoso, che tratta tutti con sussiego e superiorità che comunque, per la sua ignoranza  calcistica, non ha il benché minimo diritto di arrogarsi? Beh, la risposta è semplice: niente rigore, pum fuori, è finita. Risultato da calcio a 11 e finale con recriminazioni, perché comunque senti l’odio come sale!