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Ero lì. Solo ormai
da tempo tanto da ritenermi completamente inutile eppure quella signora
che mi aveva acquistato mi sembrava un'intenditrice; poi ho saputo che
ero un regalo ad un suo parente per togliersi il pensiero e,
soprattutto, dalle scatole il suddetto. Ero lì, accatastato tra le varie
masserizie, quando sento il mio padrone che dice al telefono di voler
mangiare in terrazza durante una partita di calcio; allora io mi sento
pronto ad uscire da queste mura di cartone per potere finalmente
svolgere il mio dovere. Mi presento: sono un
barbecue e finalmente
posso godere anch'io della luce del sole. Ora sono lì bello fiero e
luccicante che guardo il mio padrone intento a leggere le istruzioni per
una corretta accensione della brace; lo vedo e credo di averlo già visto
in qualche precedente reincarnazione perché è veramente
vecchio tanto da sembrare
eterno. Ora è solo ma tra poco arriveranno i suoi soci alla spicciolata;
il primo ad arrivare è uno che si fa chiamare
Tarzan, molto serioso
e patiscibile, che quando gli domandano "come va?", lui
inequivocabilmente risponde "potrebbe andare meglio" e che poi aggiunge
"allora Baresi", scopro solo ora il suo nome, "dove posso mettere il
mangiare?". Lui tra una bestemmia ed un'altra gli fa cenno con il capo
un luogo mentre con le mani cerca di aggiustare il cavo dell'antenna
televisiva dato che il segnale è debole. Tarzan vorrebbe dare una mano
ad aggiustarlo ma è ancora intontito dal sonno così che Baresi lo
convince ad aiutarlo a portare in terrazzo, dove ci sono io, il
televisore con megaschermo in lega fintoleggera attraverso una serie di
porticine e scalini da fare invidia a Dario Argento e che collimano con
una serie di imprecazioni che crescono di intensità e di inventiva man
mano che il passaggio si fa più difficile. Ora li vedo. Sono tutti
sudati per lo sforzo e pensano già al mangiare ma si fanno forza ed
aspettano diligentemente gli altri; anch'io aspetto che mi accendano in
modo che sia subito pronto |
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all'uso ma Baresi
sostiene che gli altri ritarderanno un poco quindi lascia perdere. Nel
frattempo Tarzan, ormai desto del tutto, aggiusta il cavo e la tv si
vede perfettamente. Ecco che arrivano gli altri: entra per primo
Arena maledicendo tutto
il creato per essersi dimenticato le trombe a gas; in sequenza vedo
arrivare anche colui che chiamano il presidente,
Attila, che con fare
simpatico manda rissosamente a fare in culo a tutti quanti, si capisce
subito che è il più fascinoroso di tutti perché già sventola il
tricolore italiano a
destra e a manca schivando per puro miracolo le orbite di chi gli sta
accanto; per ultimo arriva lo
Zar che incede con fare
aristocratico e che sembra pensare "ma guarda che mi tocca fare per 'sti
pezzenti: per non farli sfigurare sono anche costretto a mettermi in
abbigliamento casual con shorts e shirt, però di valore…". Attila
vedendomi spento dice "allora Barre perché non lo accendi subito che ho
una fame della madonna?"; il vecchio con fare saccente legge
attentamente le istruzioni sulla confezione di diavolina: "per avere una
buona combustione occorre prendere un quadratino del prodotto indi
accenderlo e posizionarlo nell'apposito loco ricoperto di materiale
affinché possa procedere alla sua naturale combustione"; dopo l'ennesima
parola con più di tre sillabe letta mentre accende con il fiammifero, si
ustiona il dito e tira giù una serie di bestemmie da far diventare santo
anche Maradona. Poi interviene anche Arena con la famosa frase:"non
ti preoccupare che ci penso io!!" :risultato sono ancora
spento e le imprecazioni si moltiplicano. È quasi passata un'ora la
partita è già iniziata e la fame è aumentata dato che tutti stanno
sgranocchiando i grissini che
stavano sul tavolo. Alla fine, preso dallo sconforto, Barre vola in
cucina al piano di sotto, nel vero senso della parola dato che inciampa
e si frattura il 75% delle ossa del viso, e decide di cucinare con la
cucina a gas. Io ormai mi reputo un fallito e vedo la rassegna di
madonne e cristi che mi stanno tirando addosso che fanno a pari con
quelle nei confronti dei |
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calciatori
italiani; solo Tarzan se ne sta in disparte a contemplarmi ed a
ripetersi "ce la devo fare! Ce la devo fare" si mette di buzzo
buono per accendermi. Intanto le padelle di spiedini ed hamburgers si
susseguono ma alla fine, dopo un'ora e 47 minuti, sono finalmente acceso
con il sorriso gioioso di Tarzan e gli insulti del presidente sul fatto
che ormai erano tutti sazi ed appagati. Poi, forse preso da un rimorso
fugace di coscienza dà il permesso di cucinare
le salsicce: almeno quelle alla
brace ci devono stare. Così io posso finalmente sentirmi
completo e poco mi importa se l'Italia da vincente si fa rimontare il
gol, sono soddisfatto e sono pronto ad ardere anche per tutta la notte.
Anche Tarzan è orgoglioso del suo operato e continua a ripetere:
"guardate che bella brace!" ma Attila, Baresi, Arena e lo Zar in coro
rispondono: "fottiti e la prossima volta vieni alle tre del pomeriggio
per accenderlo!", lui risponde "ma io lavoro di notte e almeno il
pomeriggio debbo dormire, anzi ora devo proprio andare" "non ce ne frega
niente" dice Baresi e Attila incalza
agitandogli il dito davanti
"e no caro mio, adesso ti fermi fino a quando qui non è tutto
pulito" stizzito da queste affermazioni se ne va talmente incazzato da
non vedere nemmeno la trave portante di tutta la struttura del palazzo
dandoci una tronata contro e svenendo al suolo rotolando per gli scalini
stile 'corazzata Potemckhin' di fantozziana memoria. Lui se ne va, gli
altri restano e parlano di calcio mentre io mi crogiolo nelle mie
ceneri; ad un certo punto sento che si vogliono organizzare per martedì
sera, che c'è un'altra partita ed io incrocio le dita:"però stavolta"
dice lo Zar "cuciniamo sul gas" "Ma no" risponde Baresi "ci sarà anche
Zico e lui dice che è un esperto in materia" "ah bè allora…" rispondono
in coro mogi mogi "siamo rovinati! È meglio che ci vediamo tre ore prima
e che ci diamo i turni per la prova accensione brace". Non mi
interessano più i loro discorsi, ora so
che ho un'altra possibilità
e non vedo l'ora di riscattarmi al più presto, almeno lo spero. |
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